lunedì 27 febbraio 2012

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Mi sono accorto,ieri,che non ti disegno più. Le mie mani hanno preso altre direzioni. C'era un bicchiere,sul tavolo,pieno di birra,vicino alla china,e non so,la consapevolezza della fine,di questa montagna sgretolata,è arrivata all'improvviso senza neanche un piccolo percorso,neanche una stradina,uno sterrato,niente,rimangono solo le briciole,come una torta già finita e che non hai assaggiato. Questo bicchiere qui,pieno di schiuma,pieno di birra versata male,in quel momento è stato l'unica cosa certa della mia vita,l'unica cosa realmente esistente,non ho avuto neanche il coraggio di berlo. Che quando penso a te,alla tua frangetta,alla tua matita sugli occhi,non riesco a non pensare al sangue mestruale sulle piastrelle azzurre del bagno,non riesco a non pensare alla tua irritazione vaginale che ti faceva impazzire,non riesco a non pensare a quando non volevi scopare che avevi in mente un'altra persona. E così finisce,con altre persone,così finisce,come finiscono le cose. Che le cose finiscono,che quando trovi qualcosa trovi nello stesso momento anche la sua fine,non c'è una via d'uscita,le cose finiscono,le cose finiscono e basta,e la prima cosa che mi viene in mente è l'acqua che finisce nello scarico,l'acqua che non ci tocca mentre te lo infilo tra le cosce,l'acqua sulla lingua delle parole mai dette,le ginocchia che si toccano e scivolano,le rotule che si rompono per un niente,un niente,che basta un niente,alle volte,basta un niente per far finire tutto,io che ti vengo dentro e ansimo piano,il corpo di cristo,il vino,il freddo che ci spacca lo sterno,basta un niente,basta un insieme di niente,alle volte. Versatemi il vino,datemi l'ostia,consacriamo questa tavola al mostro,alla bestia che ho nelle mani,prendetemi a bastonate e facciamo finta di niente,niente,niente.
Queste sono le ultime parole che dedico a persone importanti che non torneranno più.

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