mercoledì 30 novembre 2011

*

A volte guardo i dischetti di luce sul muro che vengono dalla persiana e mi sembra ancora estate quando alle otto di sera c'era il sole e non c'era voglia di morire.

Come la nebbia alle otto di mattina riesci ad entrare in ogni fessura,in ogni piccolissimo spazio,nei pori della pelle,che il sole sembra la luna che non riesci a vedere neanche nell'acqua.Come si fa a vivere senza neanche intravederla tutte le sere?In compenso c'è questa striscia di parole lunga trecentoventisette chilometri che se ci pensi non è neanche tantissimo.Un niente,un nulla,una sciocchezza,e i nei sulla tua pelle liscissima che formano stazioni dove fermare le dita.

mercoledì 16 novembre 2011

*

Come se citarti kafka potesse servire a qualcosa.E sentirmi rispondere che sono come lui,proprio da te,che non sei nessuna Milena.

martedì 15 novembre 2011

*

Fare finta di niente,fare finta di niente,fare finta di niente,fare finta di niente.

Tutte le mattine parcheggio sempre sotto gli alberi,ancora verdi,ancora vivi,imperterriti,si aggrappano ad ogni molecola di sole e continuano a mandare i rami verso il cielo e non posso fare a meno di guardare le mie mani graffiate e pensare a chi disse che ferire se stessi è come tentare di ferire dio.Queste mani screpolate,spaccate,distrutte dal freddo e io che non faccio niente per rimediare,io che non faccio niente,e basta.Che quando collassi in un posto di merda,sopra una panchina,e qualcuno che conosci a malapena ti copre con il suo giubbotto senza neanche chiedersi perchè,ecco,lì capisci quanto sia importante avere qualcuno che si prende cura di te.

Non sono mai stato così terrorizzato dall'idea della maternità.

venerdì 4 novembre 2011

mercoledì 3 agosto 2011

*

Che a pensarci le persone sono un po' come i pennarelli scarichi.
Ci sono quelli,che per farli funzionare,bisogna fare piano piano,bisogna essere molto delicati.Poi ci sono quelli che bisogna maltrattarli,bisogna schiacciare,rompere.E ci sono quelli,invece,che non funzionano e basta.
Che in testa c'ho sempre quel momento quando ti scioglievi i capelli,in ginocchio,e io sotto a guardarti.Mi ricordo con una chiarezza disarmante le ciocche che ricadevano lentamente verso di me,dritte,come ad indicarmi la direzione del tuo amore.

E non importa quanto posso bere,ridere o scopare con altre persone,alla fine torno sempre a te.

domenica 24 luglio 2011

*

Cantare i Verdena per strada alle sei di mattina mentre albeggia come se fosse la cosa più giusta dell'universo,sorreggerci a vicenda e prenderci cura l'uno dell'altro,come se non si potesse fare in altro modo.Dormire per terra,infilarsi le dita in gola,muoversi a caso mentre tutto gira e non si ferma mai.Chissà cosa pensi quando mi guardi,cosa ti succede nella testa quando ci salutiamo,come reagisci interiormente quando ti parlo di noi e del tutto.

martedì 19 luglio 2011

*

Ci sono certi libri che mi fanno pensare subito a te,anche partendo a caso,qualsiasi rigo va bene.Che pensandoci,in realtà,ogni volta che leggo un libro mi vieni in mente ed è una cosa bellissima,una di quelle cose così belle che non verranno mai dette,che rimarranno lì,a prendere polvere.E ce n'è una montagna,qui,sulla scrivania,di parole che prendono polvere,ci hanno scritto pure una canzone,un gruppo che mi hai fatto conoscere tu,poi.

Contrattare sulla data del nostro matrimonio che non arriverà mai e fermarci a dieci anni,che sembra una condanna.

martedì 12 luglio 2011

*

Ogni volta che sento mia madre al telefono le dico sempre che va tutto a meraviglia,che sto benissimo,che non mi potrebbe andare meglio e lei è contentissima,allegra,le viene quasi da commuoversi,quando non è altro che un trasformare l'infelicità di mia madre in felicità nascondendo la mia di infelicità.
Che sistema di merda.

lunedì 11 luglio 2011

*

E dire che quando ci siamo (ri)visti per la prima volta fischiettavo gli antlers.

Andare ai concerti insieme penso sia la cosa più dannosa che possa esistere,troppi legami invisibili,troppi tunnel nell'aria che collegano i nostri cervelli,e neanche ti accorgevi che ogni volta che prendevi il cellulare per rispondere a qualche messaggio io mi allontanavo incrociando le braccia.Due giorni a guardarti la nuca.Ti avrei voluto dire mille cose,scriverle tutte su quei capelli sempre legati,o farle cantare da chi stava di fronte a te sul palco.

Niente,non è niente.

Ho due lettere nel cassetto che molto probabilmente non spedirò mai,due cartoline ricevute da gente con cui non ho nessun tipo di rapporto (non più),una confusione in testa che fa venire la nausea e al lavoro piangere in bagno per poi uscire e sentirmi osservato come una bestia rara a cui fanno un torto a tenerla in gabbia.Anche se in gabbia,più o meno,ci siamo tutti.

Poi c'è questa bolla fatta solo di parole e di carta che oramai non so più come chiamare,una vaga promessa di passare tre giorni nella mia stanza in mezzo al cemento che trema e vibra per il caldo e qui,ovviamente,non ho neanche un ventilatore.Ho i preservativi,le lenzuola nuove,un rotolo di carta,le birre,la musica,ci sono io (più o meno),ma sicuramente rimarrà comunque la presenza dell'assenza.Manca sempre qualcosa.A tutti.I conti non tornano.Sono sempre più tentato di dirti di non venire.

E sentire Dimartino che canta una canzone di deandrè che conclude con "è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati".

Magari il prossimo anno mi dice meglio per quel che riguarda primavera e estate.

(in questo post ci sono tre persone diverse e diversissime tra di loro).

mercoledì 29 giugno 2011

*

il sale che cade,le colombe morte di asfissia nelle casse chiuse e tutta la noncuranza di questo mondo.

Non si muore soli.

lunedì 27 giugno 2011

*

La dolcezza degli sguardi come le prime volte,il nostro parlare piano,sussurrando,avvolgente ed eccitante.Nel pieno della notte sfatti e sfiniti ricoperti di sudore in un secondo piano afoso circondato da palazzi ancora più alti,ogni tanto qualche albero per ricordarci che esiste anche una natura.Come la prima volta ti aspettavo a braccia incrociate,facendo il vago,e non te l'ho detto che il cuore impazziva proprio allo stesso modo come un anno e mezzo fa.Il tuo vestito migliore che pareva uscito da un'altra epoca,che sembrava ti avessero dipinto addosso.E non lo so,ma stare seduti sul letto ad ascoltarti leggere mo yan con la voce tremante,è stato qualcosa come una fucilata,lo stesso impatto,e scopare senza sosta come se fosse la cosa più naturale del mondo,il tuo lasciarti spogliare mentre parliamo di cose segretissime e di un peso notevole.Magari ora che ci siamo feriti per bene a vicenda,ora che ci siamo scorticati,possiamo tornare a ricreare nuovi tessuti,nuove armature per nuove battaglie che perderemo tragicamente,ma insieme.O magari,torneremo ad ignorarci/amarci/odiarci come abbiamo fatto fino ad adesso,come se non esistesse altro modo.

mercoledì 22 giugno 2011

*

Che nonostante tutto,oggi,avevo una voglia assurda di vederti.Speravo mi scrivessi,per dire Andiamo a mangiare una pizza di merda e poi a scopare nella tua stanza afosa senza le lenzuola,macchiamo la moquette come un anno fa macchiavamo il divano a casa dei tuoi.La moquette però a te da fastidio.

E a me da fastidio il fatto che oggi ho decisamente perso.

*

Vorrei tanto innamorarmi di una cassiera.
Tipo quella della despar,che ogni volta che ci vado mi saluta con un sorriso enorme,come se stesse aspettando solo me,come se ci conoscessimo da una vita.E dire che in cinque mesi che sono qui ci sono stato solo quattro volte,però chissà come mai,capito sempre alla sua cassa.

Chissà cosa avrà pensato quando ha battuto i preservativi,li ha lanciati fortissimo nello scivolo vicino alle buste,quasi con rabbia.Anche se,sicuramente,sono tutti film miei.Magari lei sorride così a tutti e dei preservativi non ci ha neanche fatto caso.Magari capito sempre da lei perchè le casse sono due e non è che ci sono molte probabilità di finire altrove,magari ogni volta che ci vado non si ricorda neanche di me.
Però ecco,vorrei proprio innamorarmi di lei.Di una cassiera della despar che tutti i giorni legge la vita delle altre persone attraverso le cose.

Non si muore soli.

martedì 21 giugno 2011

*

Chissà a quante cose pensi durante la giornata.Chissà cosa ti aspetti dalla vita,cosa le chiedi,come glielo chiedi.Chissà a cosa pensi prima di addormentarti,chissà come si trasforma la tua faccia quando sorridi,come ti reagiscono i muscoli quando (non) scopi,come sono i tuoi capelli a fine giornata.Mi piace immaginarmeli tutti in disordine,che ti coprono le orecchie e si precipitano sulle spalle mentre infiniti fili sottilissimi lottano intorno.Ci vediamo?Non ci vediamo?Come ci vediamo?
Che io all'amicizia ci ho sempre creduto poco,non posso farci niente.E dire che qui c'è un solo letto e per di più ad una piazza.

Quasi quasi ti dico di non venire e di non sentirci mai più.

Aprire il tappo del sapone felce azzurra e tornare a quasi diciassette anni fa nel bagno che usava mio nonno.Mi ricordo che la nonna mi disse che si era sentito male e che lo avevano portato via.La mia primissima immagine della morte è stata quella di mio nonno,vestito elegante,che si accascia al suolo,un pavimento di marmo rosso,e sei uomini in giacca e cravatta blu scuro che lo raccolgono e lo portano via scomparendo nell'ombra.
Ora capisco perché sono sempre stato terrorizzato dalle cose che finiscono.

Non si muore soli.Un giorno te lo saprò dire.

lunedì 20 giugno 2011

*

Tipo domenica fare cento chilometri sotto il sole non usando l'aria condizionata per non consumare troppa benzina.


Eri lì come un luccio tatuato,nel fiume,con le gambe sul pelo dell'acqua,mentre pesci piccoli come girini ti mangiavano la pelle morta.Persino i tuoi brufoli sulla schiena mi sono sembrati bellissimi.E c'era questa pozza grandissima,con l'acqua verde marcio,ferma,e neanche un filo di vento.Insegnarti a tirare i sassi per farli rimbalzare,stare in silenzio in pace con noi stessi mentre intorno è tutto un esplodere di foglie,rami secchi,erba bruciata dal sole e sassi roventi.Ti ho amato,solo per un attimo,come si amano gli amici e sentirti dire prima di andare via "è stato intenso" è stata la cosa più bella della mia vita.Ieri,che tutto sapeva di sudore fresco e di alcool del giorno prima,ecco,mi è sembrato di essere veramente felice,dopo tantissimo tempo.

Non si muore da soli.
Non si ama una volta sola.

sabato 18 giugno 2011

*

Quando non scriverò più di te avrò raggiunto il nirvana.

Non si muore soli.

giovedì 16 giugno 2011

*

E proprio durante l'eclissi,mentre sole,luna e terra erano allineati,ti ho detto che non ti amo più.

Non si muore soli.Non si muore soli.

mercoledì 15 giugno 2011

*

La tua assenza si porta dietro tutte le assenze del mondo.Grazie per essere riuscita a farmi diventare una persona peggiore.

Non si muore da soli.

*

Tipo la ragazza dello skatepark dalle gambe lunghissime e dal fiocco a scacchi nei capelli.

Sarà che sono anche un po' arrivato alle ossa,oramai si vede tutto.Muscoli,tendini,grasso,capillari e vene.In mezzo spicca bianchissimo lo sterno,una luce fortissima insomma.Ecco,sparami qui,così la facciamo finita.Abbi il coraggio di dire la parola fine una volta per tutte.Fammi salire lo schifo alla bocca nel modo più veloce possibile.Raccontami di tutti i ragazzi che ti vorresti scopare,di come vorresti scoparteli,raccontami di tutte le volte che ti batte fortissimo il cuore,di tutte le volte che mi separi dalla tua strada senza mai realmente lasciarmi andare.

Sai,a volte spero tantissimo che le persone nella vita possano darti solo il male,il peggio,tutto il dolore possibile.

Quella notte faceva freddissimo,saranno state le quattro.Ero ubriaco nel campo da basket a parlare di musica con una persona che non sopporto,ma si sa che quando il tasso alcoolico raggiunge certi livelli raggiungi il nirvana dei rapporti umani.Indossavo una felpa non mia,macchiata al centro da qualcosa che non ricordo,forse non l'ho mai saputo,e c'era questa fila di motorini,tutti lucenti,uno vicino all'altro e senza accorgermene ne faccio cadere uno.Manco a dirlo finisce contro la gamba del simpatico amico.Un po' ci ho goduto,lo ammetto.è stato come un lampo di lucidità che mi ha riportato a come stavano realmente le cose ed ecco che una ragazza altissima,con gli occhi chiusi e una birra in mano si avvicina lentissimamente.Ha tutta una serie di tic che le fanno muovere la testa ed ecco,quella pelle bianchissima in un posto di merda illuminato da un tristissimo lampione e dove c'era odore di piscio ovunque,ecco,quella pelle insomma,boh,la vita.Abbiamo parlato da ubriachi di quanto fossimo ubriachi.Tutto nella norma.La prassi.La normalità nei suoi capelli mossi.Però ecco,è stata la normalità più bella del mondo.

Non si muore da soli.

domenica 12 giugno 2011

*

Sono cambiate le priorità.
Imbracciamo i fucili contro noi stessi.

Non si muore da soli.

*

Farti la treccia prima del concerto,tirarti verso la mia bocca,baciarci,di sfuggita,sfiorarti i seni mentre mi parli delle tue masturbazioni.Sorridere tantissimo,sorridere imbarazzati,le mie cazzate,i tuoi rimproveri e i messaggi di altre persone che arrivano come per ricordarci della situazione.Fare finta di niente,non è nulla,siamo amici che quando si vedono si baciano e quando stanno lontani si odiano.Non avanzare,fare solo passi indietro.

Siamo rimasti da soli mentre faceva freddo e io già sapevo che sarebbe finita di merda.Non ho avuto neanche la forza di ubriacarmi.

Non si muore da soli.

venerdì 3 giugno 2011

*

Praticamente si lavora solo per poter poi riposare in giornate di assoluta apatia.Che ogni gesto,ogni parola,tutto è ricoperto da aghi.Aghi sotto la pelle che spingono per venire fuori.Aghi sul pavimento che spingono per entrare dentro.Aghi nella gola quando si cerca di respirare,aghi negli occhi che non riescono a rimanere aperti.

E il sentirti dire la parola Amici è un qualcosa che equivale alla morte,mentre sei in cerca di altre anime,come se non bastasse.

Non si muore soli,non si muore soli.

*

Oggi è una di quelle giornate dove fa caldissimo nonostante il vento forte.Indosso la tua maglietta ora,ma senza amore.

Passione
Amore
Rabbia
Disperazione
Odio
Dolore

Un cerchio infinito,niente si ferma,tutto continua,si ripete.All'infinito.All'infinito.All'infinito.
Non si muore da soli.

Lettori fissi